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  • Stefania Assenza

L'attivismo è memoria e si fa arte e letteratura, da Modica al mondo, attraverso Genova 2001


Armin Linke, G8 Summit Genoa Italy 2001


L’attivismo, nella sua accezione di sostantivo maschile, è inteso come la dottrina filosofica secondo cui “i valori morali sono subordinati alle esigenze dell’azione e della sua riuscita”. Noam Chomsky, linguista e teorico della comunicazione, esprime l’accezione più vera della dottrina, definendola come una grande mobilitazione in grado di snodare problemi su scala mondiale e irrimediabilmente interconnessi tra loro come la violenza delle forze di polizia, il razzismo imperante e l’incontrollabile inegualità. Secondo Chomsky è esattamente l’azione, a cui ognuno di noi è chiamato, la soluzione alla sopravvivenza dell’umanità stessa.


Activism, in its meaning as a masculine noun, is understood as the philosophical doctrine according to which "moral values ​​are subordinated to the needs of action and its success". Noam Chomsky, linguist and communication theorist, expresses the truest meaning of the doctrine, defining it as a great mobilization capable of unraveling problems on a global scale and irremediably interconnected with each other such as police violence, prevailing racism and uncontrollable inequality. According to Chomsky it is exactly the action, to which each of us is called, the solution to the survival of humanity itself.


Il 22 Luglio 2001 a Genova, l’attivismo, l’azione risuonano nei passi decisi e cadenzati delle Tute Bianche e dei manifestanti, che si fermano al limite della zona rossa, zona di confinamento, una barricata oltre la quale solo chi autorizzato poteva accedere. I fatti di violenza annunciata e deplorevolmente sedata, vedi l’assalto alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto, fino alla tragica morte di Carlo Giuliani in piazza Alimonda, vengono riconosciuti da Amnesty International come “una macchia intollerabile nella storia dei diritti umani in Italia”. In occasione dell’anniversario ventennale del G8, la mostra L’Archivio Insorgente Contronarrazioni e rappresentazioni: Genova 2001 a cura di Marco Scotini, fruibile negli spazi espositivi de La Veronica Arte Contemporanea e Palazzo de Leva, a Modica fino al 30 Marzo 2022, racconta attraverso un’importante testimonianza documentale, di opere di artisti, fotografi e videomaker i giorni del G8. La mostra si articola in due spazi espositivi diversi per la funzionalità di cui sono investiti.


On 22 July 2001 in Genoa, activism and action resound in the decisive and cadenced steps of the Tute Bianche and the demonstrators, who stop at the edge of the red zone, a confinement area, a barricade beyond which only those authorized could access . The facts of announced and deplorably quelled violence, such as the assault on the Diaz school and the Bolzaneto barracks, up to the tragic death of Carlo Giuliani in Piazza Alimonda, are recognized by Amnesty International as "an intolerable stain in the history of human rights in Italy" . On the occasion of the twenty-year anniversary of the G8, the exhibition mostra L’Archivio Insorgente Contronarrazioni e rappresentazioni: Genova 2001 curated by Marco Scotini, available in the exhibition spaces of La Veronica Arte Contemporanea and Palazzo de Leva, in Modica until 30 March 2022, tells through an important documentary testimony, of works by artists, photographers and videomakers the days of the G8. The exhibition is divided into two different exhibition spaces for the functionality they are invested in.

Carola Spadoni, with TPF & VA print


Il Palazzo de Leva si presta a media center con una raccolta di libri, quotidiani e riviste che trattano temi relativi ai No global, le Tute Bianche, i Black Bloc e il media attivismo, tra i quali spicca in copertina rigida rossa e bianca il libro di Naomi Klein, “NoLogo” battezzato dal New York Times, come “A movement bible”. In sottofondo ad accompagnare i visitatori, la diretta radio Gap stands for GlobalAudioProject: una radio comunitaria, figlia delle molteplici emittenti di movimento, per seguire da vicino le vicende quotidiane speculari al “G8 ufficiale”. A catturare l’attenzione nella sala accanto, i video di Indymedia Italia, di cui in home page si legge “Genova 2001 La memoria è un ingranaggio collettivo”, sito rimasto inattivo dal 2006 (ultima notizia databile al 27/11/2006 sulla morte del prof Bad Trip) e riattivato solo per un mese, pubblicando i post di allora su Twitter e Telegram. Uno spazio che rievoca la funzione del media center, come centro di raccolta dati e luogo di scambi d’informazione, in breve un avanguardistico social network.


The Palazzo de Leva lends itself to media center with a collection of books, newspapers and magazines that deal with issues related to No global, the Tute Bianche, the Black Bloc and media activism, among which the book stands out in its red and white hardcover by Naomi Klein, “NoLogo” baptized by the New York Times, as “A movement bible”. In the background to accompany the visitors, the live radio Gap stands for GlobalAudioProject: a community radio, daughter of the many broadcasters of movement, to closely follow the daily events mirroring the "official G8". To capture attention in the next room, the videos of Indymedia Italia, of which on the home page you can read "Genoa 2001 Memory is a collective gear", a site that has been inactive since 2006 (latest news dated 27/11/2006 on the death by prof Bad Trip) and reactivated only for a month, publishing the posts of the time on Twitter and Telegram. A space that evokes the function of the media center, as a data collection center and a place for information exchange, in short an avant-garde social network.


Alex Majoli, G8 di Genova, 2001


Negli spazi espositivi de La Veronica si percepisce da subito la sensazione di un racconto visivo a cui non sono possibili interpretazioni molteplici, ma un’unica interpretazione, quella dei manifestanti, degli attivisti, una prospettiva attraverso la quale si vive la Genova dilaniata dai giorni del G8 e la carica emotiva, attraverso immagini forti e video, che testimoniano la violenza sfacciata, gratuita e mal celata dei “controllori”. All’ingresso sulla sinistra si nota subito l’opera di Adelita Husni-Bey, una mappa tematica e cronologica dei giorni d’assedio: si leggono date, cronoprogramma e mappa delle zone di confine della città. Il video Get Rid of Yourself del collettivo Bernadette Corporation focalizza l’attenzione sulla lotta e la ricerca d’identità dei Black Bloc, quindi scene da guerriglia: piogge di lacrimogeni, ragazzi incappucciati agitati e in fuga da blocchi di polizia; di contro il video Disobbedienti di Oliver Ressler e Dario Azzelini, racconta le Tute Bianche e il Wto di Seattle: una contrapposizione identitaria che divide i manifestanti buoni dai cattivi. Il video di Carola Spadoni The Peripatetic Film & Video Archive, riporta immagini di strade e luoghi diversi: Genova e il Chiapas, video delle rivolte al limite tra le zone di confine e registrazioni del subcomandante Marcos ex portavoce dell’EZLN.


In the exhibition spaces of La Veronica one immediately perceives the sensation of a visual path to which multiple interpretations are not possible, but a single interpretation, that of the demonstrators, of the activists, a perspective through which one experiences the torn Genoa from the days of the G8 and the emotional charge, through strong images and videos, which testify to the blatant, gratuitous and poorly concealed violence of the "controllers". At the entrance on the left you immediately notice the work of Adelita Husni-Bey, a thematic and chronological map of the days of the siege: you can read the dates, time schedule and map of the border areas of the city. The video Get Rid of Yourself by the collective Bernadette Corporation focuses on the struggle and the search for identity of the Black Bloc, then guerrilla scenes: showers of tear gas, hooded boys agitated and fleeing police blocks; on the other hand, the video Disobbedienti by Oliver Ressler and Dario Azzelini, tells the Tute Bianche and the WTO in Seattle: an identity contrast that divides the good from the bad demonstrators. Carola Spadoni's video The Peripatetic Film & Video Archive, shows images of different streets and places: Genoa and Chiapas, videos of the riots on the border between the border areas and recordings of Subcomandante Marcos, former EZLN spokesman.

Lisl Ponger, Sommer in Italien-Genua, August 2001


L’artista Lisl Ponger, ricordata anche come sostenitrice di un gruppo di attivisti austriaci, regala un fermo immagine del post violenza: le stanze della Diaz insanguinate e dismesse e le piazze vuote della città che gridano la violenza subìta. Sigillo affianco alle opere, un murales di Emory Douglas, artista grafico americano, membro del Black Panther Party dal ’67 fino agli anni ’80 (data dello scioglimento). Ma il fil rouge che riporta l’attenzione del fruitore è sempre uno: la barricata, il limite, la zona del confinamento e a guardare dall’altra parte, dalla zona rossa c’è lo sguardo nitido e fermo di Armin Linke, mentre l’obbiettivo di Alex Majoli esprime la carica emotiva per le strade provate di Genova: suggestivo il wall paper accompagnato da 9 disegni stilizzati di Jonas Staal. Un linguaggio radicale, espressivo ed immediato che relaziona significati e significanti in un rapporto d’interconnessione dinamica e mai paga, un linguaggio che esprime “il conflitto sociale come momento inalienabile dell’azione politica”.


The artist Lisl Ponger, also remembered as a supporter of a group of Austrian activists, gives a still image of the post-violence: the rooms of the Diaz bloodied and disused and the empty squares of the city that scream the violence suffered. The seal next to the works is a mural by Emory Douglas, an American graphic artist, member of the Black Panther Party from 1967 to the 1980s (date of dissolution). But the fil rouge that draws the user's attention is always one: the barricade, the limit, the confinement area and looking from the other side, from the red zone there is the clear and steady gaze of Armin Linke, while the Alex Majoli's goal expresses the emotional charge on the tried streets of Genoa: the wall paper accompanied by 9 stylized drawings by Jonas Staal is suggestive. A radical, expressive and immediate language that relates meanings that put in a relationship of dynamic interconnection and never satisfied, a language that expresses "social conflict as an inalienable moment of political action".


In apertura, opera di Jonas Staal, Propaganda Notes, 2010.

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