- Giuliana Schiavone
"Pino": perché il film di Walter Fasano non è semplicemente una biografia artistica su Pascali

Pino Pascali ritratto da Marcello Colitti
Una narrazione non lineare, aperta e multidimensionale, dove la percezione dello spazio e del tempo è affidata a passaggi visivi ma anche sonori e vocali che dirigono, orientano, conducono alla soglia di livelli espressivi ed estetici inediti. Scritto e diretto dal regista Walter Fasano, Pino (disponibile su MUBI, ndr) non è semplicemente una biografia artistica ma un lavoro che assume i caratteri di un’epifania espressiva e linguistica dai ritmi quasi psichedelici. Un luminoso caleidoscopio in bianco e nero, dove le immagini si susseguono, tra dettagli puri e nitidissimi, dove la voce è linea di discrimine tra il prima e il dopo, tra presente e futuri possibili, tra presagi e accadimenti, onirismo e realtà. Un poema visivo costruito per passaggi dove i dati reali interrompono la linearità dell’orizzonte di cui solo il mare sa concederci una visione bianca come la purezza, come la libertà del pensiero, come la creatività irrequieta e senza limiti.
A non-linear, open and multidimensional narrative, where the perception of space and time is assigned to visual but also sound and vocal passages that guide, orient, lead over the threshold of unprecedented expressive and aesthetic levels. Written and directed by director Walter Fasano, Pino (available on MUBI, ed) is not merely an artistic biography but a work that figures as an expressive and linguistic epiphany with almost psychedelic rhythms. A bright kaleidoscope in black and white, where images follow one another, between pure and razor-sharp details, where the voice is the line of distinction between before and after, between present and possible futures, between omens and events, oneirism and reality. A visual poem made up of passages where concrete data interrupts the linearity of the horizon of whom only the sea can grant us a vision as white as purity, as freedom of thought, as restless and boundless creativity.

Pino Pascali, "Mare", 1965, Courtesy Fondazione Pino Pascali
Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968) è stato scultore, grafico, pubblicitario, attore, performer, scenografo, dando vita a una produzione artistica irriverente ed energetica in cui il legame archetipico con il Mediterraneo, si fonde ai materiali e agli elementi del contemporaneo, ai temi della società occidentale, a cui guarda costantemente mantenendo intatto il suo spirito di osservazione, portavoce di un’onestà ancestrale verso le radici.
Nella primavera del 2018, l’opera Cinque Bachi da Setola e un bozzolo, esposta nel 1968 alla Galleria L’Attico di Roma, viene acquisita dalla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare. L’acquisizione dell’opera rappresenta l’occasione per intraprendere un progetto che ne documenti l’arrivo nel museo pugliese, dalle fasi di imballaggio e trasporto, all’installazione negli spazi della Fondazione, un input che si trasformerà nel giro di due anni in una riflessione immersiva dedicata all’artista.
Pino Pascali (Bari, 1935 - Rome, 1968) was a sculptor, graphic designer, advertiser, actor, performer, set designer, giving life to an irreverent and energetic artistic production in which the archetypal link with the Mediterranean merges with contemporary materials and elements, to the topics of Western society, to which he constantly refers, keeping intact his spirit of observation, mouthpiece of an ancestral honesty towards the roots.
In the spring of 2018, the work Cinque Bachi da Setola e un bozzolo, exhibited in 1968 at the L’Attico Gallery in Rome, was acquired by the Pino Pascali Foundation in Polignano a Mare. The acquisition of the work represents the opportunity to start a project documenting its arrival in the Apulian museum, from the packaging and transport moments, to the installation in the spaces of the Foundation, an input that will turn into an immersive reflection dedicated to the artist.

Pino Pascali, "Festone", 1965 Courtesy Fondazione Pino Pascali
A cinquant’anni dalla scomparsa di Pino Pascali, avvenuta a soli trentadue anni a seguito di un incidente in moto nel sottopassaggio su Viale del Muro Torto a Roma, l’opera arriva in Puglia. Il fotografo Pino Musi documenta i momenti salienti di questo arrivo che è anche un ritorno, una traiettoria reale e simbolica che nel film di Walter Fasano costituisce un punto di partenza per dirigere ed espandere la narrazione verso altri e molteplici spazi.
La dialettica costante tra il paesaggio naturale mediterraneo delle origini - le rocce, il mare, la luminosità delle giornate estive - e la città brulicante di tensione ideologica, di rumori di fondo, di tortuosità ma anche di vita e creatività artistica, è espressione di due declinazioni apparentemente antitetiche, eppure connesse, di una sola energia esistenziale legata alla storia di uomo-artista. Movimento, oscillazioni continue tra polarità, cambiamenti tonali caratterizzano quest’opera visiva, la cui lettura resta elegantemente aperta.
Fifty years after the death of Pino Pascali, which occurred at the age of thirty-two due to a motorcycle accident in the underpass on Viale del Muro Torto in Rome, the artwork arrives in Puglia. Photographer Pino Musi documents the salient moments of this arrival which is also a return, a concrete and symbolic trajectory which in Walter Fasano's movie is a starting point for directing and expanding the narration towards other and multiple spaces.
The constant dialectic between the original Mediterranean natural landscape - the rocks, the sea, the brightness of summer days - and the city teeming with ideological tension, background noises, tortuosity but also life and artistic creativity, is the expression of two apparently antithetical, yet connected, declinations of a single existential energy linked to the history of man-artist. Movement, continuous oscillations between polarities, tonal changes characterize this visual work, whose interpretation remains elegantly open.

Locandina "Pino"
Le voci fuori campo (Susanne Vega, Alma Jodorowsky, Monica Guerritore), ma anche le musiche, sono accanto al materiale fotografico, inedito e di archivio, la rete sulla quale si dispiega il continuum estetico del lavoro di Fasano. Le voci modulano i passaggi di senso, amplificano questo poema visuale, illuminandone le visioni non solo per peculiarità timbriche ma anche linguistiche, passando dal francese, all’inglese, all’italiano, configurandone la percezione generale che appare ora più poetica, ora più immediata e diretta.
Oltre agli scatti dello stesso Pino Pascali, sono presenti fotografie di Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Marcello Colitti, Ugo Mulas che hanno documentato li momenti topici della carriera dell’artista lasciando la traccia vivida di un percorso artistico articolato e travolgente.
The voiceovers (by Susanne Vega, Alma Jodorowsky, Monica Guerritore), but also music, are the network on which unfolds the aesthetic continuum of Fasano's work, next to the unpublished and archival photographic material. The voices modulate the passages of meaning, amplifying this visual poem, lighting up its visions not only for timbric but also linguistic peculiarities, passing from French, to English, to Italian, configuring the general perception that now appears more poetic, now more immediate and direct.
Next to the shots by Pino Pascali himself, there are photographs by Claudio Abate, Elisabetta Catalano, Marcello Colitti, Ugo Mulas who documented the key moments in the artist's career, leaving the intense trace of an articulated and overwhelming artistic path.
E il mare è come una casa, enorme, bianca, accogliente da cui partire e a cui ritornare; come se gli eventi dell’esistenza si rivelassero futili, inefficaci ed effimeri in confronto alla complessità del destino sconfinato di un essere umano. Pino, ora disponibile in esclusiva sulla piattaforma MUBI, è un’opera aperta, intensa, non prevedibile, dove i passaggi e paesaggi temporali e spaziali sono scelti con estrema cura dalla sensibilità di Fasano, e dove, inevitabilmente, si finisce per tornare a casa, osservandone i dettagli con uno sguardo ritrovato. Lo sguardo del ritorno a casa.
And the sea is like a house, huge, white, cosy, from which to leave and to go back to; as if the events of existence turned out to be futile, ineffective and ephemeral compared to the complexity of the boundless destiny of a human being. “Pino”, now available on MUBI platform, is therefore an open, intense, unpredictable work, where the temporal and spatial passages and landscapes are selected with extreme care by Fasano's sensitivity, and where, inevitably, we end up returning home, observing details with a rediscovered gaze. The look of the homecoming.